Meno turisti a Barcellona
E' innegabile che il conflitto catalano abbia avuto un impatto significatico nel turismo di Barcellona. Nei 15 giorni dopo il referendum, il settore già aveva registrato una caduta del 15% del fatturato a confronto con lo stesso periodo dello scorso anno.
Il settore ricettivo
Anche se alcuni speravano si trattasse di una situazione temporanea, quasi un mese e mezzo dopo, la situazione continua ad essere la stessa per la maggioranza delle imprese del settore turistico della capitale catalana. Infatti, gli hotel notano una diminuzione dell’occupazione generale nel mese di ottobre del 7% in comparazione all’anno precedente. In alcuni hotel di 4 e 5 stelle la diminuzione arriva fino al 40%! Questo ovviamente sta a significare una caduta anche nei prezzi. Fai una ricerca nella nostra sezione di appartamenti turistici e vedrai che i prezzi sono molto economici.
Altri settori colpiti
Gli hotel non sono gli unici ad aver subito le conseguenze del conflitto catalano. Le agenzie immobiliari, i ristoranti e molte altre imprese che offrono servizi turistici hanno ridotto il loro fatturato. Per esempio, alcune delle imprese che offrono il servizio di prestito biciclette e scooter a Barcellona hanno registrato una caduta del 50% del fatturato comparato all’anno scorso.
Ci sono previsioni di miglioramento?
La domanda è: il settore turistico catalano recupererà con le festività di fine anno e le vacanze di Natale?
Jordi Clos è il presidente dell’associazione alberghiera a Barcellona e risponde che questo è poco probabile, anzi sottolinea una diminuzione del 40% nelle prenotazioni per le vacanze di fine anno nella capitale catalana, sempre comparandole con quelle dell’anno scorso.
Lo stesso si può applicare al primo trimestre del 2018, che non dovrebbe mostrare un miglioramento d’accordo con le previsioni del settore che, senza dubbio, si dovrà aspettare un’estate diversa dal solito.
Il conflitto catalano amplificato dai media
Alla luce delle prime cifre presentate dagli hotel e dalle imprese turistiche, tutti furono d’accordo sul dare la colpa ai risultati del referendum e alle sue conseguenze. Di fatto, il settore pensa soprattutto di essere vittima dell’immagine trasmessa dai media del conflitto.
Copertura mediatica ripetitiva
Jordi Clos sottolinea il carattere ripetitivo e esagerato della copertura mediatica del conflitto Spagna-Catalogna. Non è passato un solo giorno senza far nascere un nuovo articolo polemico sulla Catalogna. Questo fa sì che i cittadini di tutta Europa abbiano la sensazione che la situazione in questa zona sia critica. Questa sensazione è amplificata dalle immagini e i video che circolano nei social.
Immagini che superano la realtà
Le foto che circolano nel Web risvegliano l’ansia di più di una persona. La polizia per le strade durante il referendum attaccarono i manifestanti e grandi folle di dimostranti a favore dell’indipendenza...immagini e video quasi degni di una guerra civile.
Con calci, pugni, colpi e spintoni la Polizia Nazionale Spagnola fa sgombrare le persone pacifiche che vogliono votare #CatalanReferendum pic.twitter.com/eUmxSGDfkg
— Undebateenmicabeza (@AltoyClaro1) 1 ottobre 2017
Se vivi a Barcellona o hai visitato la città durante gli ultimi due mesi, sicuramente avrai ricevuto dei messaggi di familiari o amici preoccupati per te. Curiosa mancanza nella comprensione del conflitto! Come vedremo, la realtà è molto più tranquilla di quello che potresti pensare.
Che cosa succede realmente in città?
Anche se la regione è realmente coinvolta in una crisi politica importante, è necessario mettere la situazione nella giusta prospettiva: le persone che vivono e visitano Barcellona sono ben lontane dal sperimentare un clima di tensione simile a quanto descritto prima.
Manifestazioni pacifiche
A Barcellona si sono fatte una moltitudine di manifestazioni per reclamare l’indipendenza della Catalogna e a favore della conservazione della regione all’interno dello Stato Spagnolo. E’ molto importante sottolineare che tutte sono state manifestazioni popolare che si sono svolte in maniera totalmente pacifica.
Questa è una caratteristica del movimento indipendentista catalano che si mobilita senza ricorrere alla violenza. Le molte proteste per la causa hanno avuto luogo durante diversi anni e non spaventarono mai i visitatori della città o coloro che pianificavano di trasferirsici.
La più grande manifestazione indipendentista ha avuto luogo l’11 settembre, per la Festa Nazionale di Catalogna, chiamata anche Diada. Dal 2013, questi eventi attraggono più di un milione di catalani, che reclamano pacificamente una Catalogna più indipendente e libera. Se vuoi sapere di più su questo tema, qui troverai un articolo dettagliato dell'evoluzione del movimento indipendentista in Catalogna, attraverso i vari eventi politici e sociali di quest’ultima decade.
- Evolución de la Diada del 2012 al 2017 El Día de Cataluña, la Diada, no era tan multitudinaria como lo es ahora. Así ha ido cambiando.
Eventi molto limitati nel tempo e nello spazio
Se viene a Barcellona non temere di incontrare persone con una bandiera catalana ad ogni angolo. Gli eventi hanno luogo di tanto in tanto e in luoghi specifici, spesso simbolici: plaça Sant Jaume, dove si trova la Generalitat (il governo catalano), o plaça Universitat, un luogo importante per la gioventù catalana.
I luoghi frequentati dai turisti come le Ramblas, la Sagrada Familia, la Barceloneta o il Porto Olimpico sono raramente interessati da queste riunioni. Chiunque sia passato per queste zone ultimamente può testimoniare un’atmosfera perfettamente normale di un novembre soleggiato, con turisti che passeggiano senza problemi e molto lontani dal conflitto politico.
La maggioranza delle persone che hanno visitato Barcellona nelle ultime settimane hanno solo notato una cosa inusuale: il rumore di padelle tutte le notti alle 22. Per i catalani, questa è la forma d’espressione per l’insoddisfazione portata da Madrid. Il social network Twitter è riuscito a concordare il momento in cui avrebbero mescolato i loro utensili da cucina al ritmo delle loro delusioni.
Questa forma di protesta nacque ad Argelia, dove i francesi usarono utensili da cucina per mostrare la loro opposizione all’indipendenza del paese. Da allora, queste pentole sono state sbattute in Cile, Argentina, Venezuela e in Quebec.
Il trasporto pubblico funziona perfettamente
Questa è una delle prove maggiori per dimostrare che la vita, nella capitale catalana, è del tutto normale: gli autobus, la metro e gli altri mezzi di trasporto funziona in totale normalità.
Nel caso di uno sciopero generale, i trasporti non sono molto interessati grazie ai servizi minimi e al fatto che l’adesione non è totale.
Sabato 11 novembre fu forse il giorno in cui la rete fu più interessata dallo sciopero. Ad ogni modo, insisto nel dire che questo era molto puntuale e la popolazione continua ad usarlo come al solito.
Opportunità di viaggiare a Barcellona Low Cost
I prezzi delle strutture ricettive e i voli sono scesi e ora i turisti hanno l’opportunità di viaggiare a Barcellona in maniera molto più economica. Questa città è normalmente affollata da turisti, e ora si può goderne con molta più tranquillità.
Potrai ascoltare le persone parlare della situazione, ma sanno come mantenere un equilibrio nelle cose. Non ti devi preoccupare di rimanere bloccato in una situazione violenta, se è questo che ti spaventa. Anche se le immagini che hanno trasmesso nelle ultime settimane sono quelle dell’odio, questo sentimento è molto lontano dalla realtà. Anche tra catalani e spagnoli, esiste un rispetto reciproco che persiste nel tempo da molti anni. Possono pensarla in maniera diversa ma non si odiano, proprio come si vede nel video seguente.
Opinione degli abitanti e dei turisti
Nei social si possono trovare testimonianze del clima di pace cittadino. Qui trovi alcuni esempi di Twitter.
Abitanti
(1) I Live in Barcelona. I work in Barcelona. And I love Barcelona! I have to say that the way it is shown in the media nowadays, has nothing to do with the Barcelona I life at. The Catalan issue, is a political issue. There is no violence and there will ever be violence, as the pic.twitter.com/QA5TKHvTbW
— IGNACIO GARCÍA (@IGNACIOGARCIAS) 13 novembre 2017
I cittadini inviano messaggi di pace e amore. Invitano i turisti a tornare nella loro città, non hanno i problemi che i media descrivono e hanno descritto, ma vivono nel solito clima d’allegria.
(2) Catalans are peaceful people.Barcelona this autumn is just as nice as any other. Come and enjoy! Actually, take the advantage of visiting the city, with no queues, with lovely weather (we have now a second little summer, with lots of sun, and up to 18 degrees).
— IGNACIO GARCÍA (@IGNACIOGARCIAS) 13 novembre 2017
Turisti
Dopo le immagini che sono state trasmesse e dopo i molti articoli allarmanti che sono stati scritti, alcuni hanno deciso di venire comunque nella capitale catalana. Questi ultimi non ne sono rimasti delusi.
My fourth time in Barcelona and the first that I am being a proper tourist! What a stunning city ♡
— Silvia ♡ (@silvprada) 14 novembre 2017
Alcuni si godono la loro presenza a Barcellona per condividere la propria esperienza nei social. Risultato: per molti di loro, non c’è traccia del conflitto catalano per le strade e in città si respira il solito ambiente caloroso.
Came to Barcelona for Smart City Expo.No sign of "Independence" movement from a tourist viewpoint.バルセロナ到着。「独立運動」は、旅行者にはまったく感じられません。 pic.twitter.com/5Y7NlmbgyQ
— Izumi Aizu (@izumia) 13 novembre 2017