Il sentimento catalanista di Gaudí non si mette in dubbio. Infatti, tanto nei suoi atteggiamenti quanto nelle sue opere, l'architetto catalano non ha mai potuto nascondere l'amore per la sua terra, anche quando, alcune volte, non era visto di buon occhio..
Contesto storico
Gaudí, nato nel 1852 e morto nel 1926, conobbe le giornate migliori e le peggiori della Catalogna. Infatti, nel XIX secolo la regione, annessa all'impero francese, ebbe una fiorente industrializzazione. La seconda metà dello stesso secolo si presenta ricca di cultura, contraddistinta dalla Renaixença, (“Rinascimento” nella lingua catalana), un movimento culturale che, per quell'epoca, rendeva onorevole mantenere la cultura e la lingua catalana. Gaudí contribuì enormemente a questo movimento.
L'inizio del XX secolo fu abbastanza diverso. Nel 1923, la Spagna, dopo un colpo di stato, fu liberata da Miguel Primo de Rivera, che impose la sua dittatura fino al 1930 con l'appoggio del Re Alfonso VIII.
La Catalogna fu privata dei suoi diritti e delle sue libertà, inclusa la sospensione di alcune delle sue istituzioni. Così, la Mancomunitat (Associazione di province della Catalogna), antenata dell'attuale Generalitat (Governo della Catalogna), fu costretta a mettersi da parte. I divieti contro i catalani si moltiplicarono, il dittatore ordinò una sottomissione totale da parte loro. Per questo infatti, era proibito parlare pubblicamente in catalano, Primo de Rivera bandì anche i simboli specifici della regione come bandiere, inni, ecc.
Nel 1928, in vista dell'Esposizione Universale di Barcellona nel 1929, il dittatore arrivò al punto di distruggere le quattro colonne del Montjuïc, simbolo della Catalogna, che rappresentavano le quattro bande della bandiera catalana (chiamata “seyera”). Non contento, chiamò il luogo dell'evento Plaça d'Espanya", con la volontà di rimuovere qualsiasi segno catalano a Barcellona, enfatizzando il suo carattere spagnolo su tutto.
La dittatura terminò nel 1930, con la rinuncia di Primo de Rivera, e la Catalogna recuperò gradualmente i suoi diritti e le sue liberta con sempre più autonomia per la regione. Purtroppo Gaudí non lo saprà mai, perché morì il 10 giugno 1926 prima delle dimissioni del dittatore.
Le prove del suo catalanismo
Parlava catalano in pubblico
Gaudí è sempre stato uno dei più grandi difensori della lingua catalana. Infatti, impaurito di non poter parlare in pubblico, optò per ignorarei divieti e, inoltre, gongolava nel non rispettarli. Così, l'architetto si esprimeva in catalano ogni volta che gli si presentava la possibilità ignorando la folla che gli stava attorno.
Celebrando la "Diada", giornata nazionale catalana
Mentre le autorità spagnole chiudevano le chiese l'11 settembre del 1924, per evitare che I catalani celebrassero la loro festa nazionale,Gaudí sfidò questo divieto e si diresse alla chiesa di Sant Just I Sant Pastor. L'artista desiderava rendere omaggio agli ero catalani che morirono nella battaglia per difendere la libertà della regione.
In un'occasione, Gaudi fu arrestato e portato al commissariato, dove si rifiutò di parlare in castigliano. Alcuni dicono che l'architetto fu insultato e umilato dalla polizia, ma, alla fine, l'artista catalano fu liberato in cambio di una cauzione di 50 pesetas.
L'amore per la Catalogna attraverso le sue opere
Gaudí si è distinto durante la sua carriera grazie a opere architettoniche innovative e profondamente radicate nella cultura della regione. Nella seconda metà del XIX secolo, l'artista partecipò alla Renaixança, un movimento che, come abbiamo spiegato poco fa, pretende di riportare in auge la lingua e la cultura catalana.
Così l'architetto contruibuì al modernismo catalano, basandosi sullo stile gotico che stabilisce come quello della regione. Diamo un'occhiata ad alcune delle sue opere più emblematiche in cui lasciò un messaggio:
1. Parc Güell (1900-1914)
Tormentato dai turisti in estate, il Parc Güell è senza dubbio uno dei luoghi più conosciuti di Barcellona. Il parco, ubicato nella zona alta della città, non era stato progettato così inizialmente. Commisionato dal mecenate di Gaudí, Eusebi Güell, l'omonimo parco fu disegnato per accogliere famiglie benestanti, per questo prense la forma di una città giardino, come quelle che si incontrano in Gran Bretagna. Visti gli eccessivi costi di produzione, l'architetto potè costruire solo tre delle sessanta abitazioni pianificate dentro il parco di 17 ettari. Riuscì però a terminare la famosa sala con cento colonne, la salamandra, il balcone di Barcellona e molti altri spazi.
Gaudí approfittò della costruzione del parco per includere alcuni riferimenti alla sua amata terra.. Per esempio, in una delle fontane del parco, si trova un mosaico raffigurante la bandiera catalana, un metodo molto utilizzato da Gaudí. L'architetto rappresentò anche in vari luoghi un drago, in riferimento alla leggenda di Sant Jordi (San Giorgio e il Drago), patrono della Catalogna. Se vuoi saperne di più sul parco più famoso di Barcellona, qui c'è un articolo che spiega dettagliatamente le sue origini, cosa puoi vedere e le informazioni utili per visitarlo.
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2. Casa Batlló (1904-1906)
La Casa Batlló, situata in quella che viene chiamata “Manzana de la Discòrdia” (in spagnolo la parola “manzana” ha un duplice significato: “mela” e “isolato”), al numero 43 di Passeig de Gràcia a Barcellona, fu costruita sotto la direzione di Gaudí tra il 1904 e il 1906. E' tipica del modernismo catalano ed è una delle produzioni più emblematiche dell'architetto nella città.. Il suo simbolismo è stato interpretato in differenti modi, ma solo una cosa è certa: Gaudí, ancora una volta, sfruttò questo lavoro per esprimere il proprio amore per la Catalogna.
Così spiega Lluïs Permanyer i Lladós, scrittore e cronista della città, in una sua interpretazione interpretazione sul simbolismo della cosa come rappresenzaione della leggenda di San Giorgio, patrono di la Catalogna. Mostrala vittoria del bene e della fede sul male. Così si trova il drago, le cui colonne vertebrali sono costituite dalla parte superiore della facciata principale e le cui squame del dorso, inizialmente azzurre, diventano rosse sul lato sinistro della torre, a causa della ferita dell'animale. La lancia che uccide il drago è rappresentata dalla torre che, come raccontato nella leggenda, è coronata da una croce, in questo caso con incise le iniziali della Sagrada Familia.
3. La Sagrada Familia (1882-...)
Questa è probabilmente l'opera più conosciuta di Gaudíe, senza dubbio, lui è responsabile solo di una parte, dato che morì durante il suo lavoro. Fino a questo momento, la Sagrada Familia è ancora in costruzione, ma ogni anno riceve miglioni di visitatori curiosi di scoprire questo straordinario lavoro.
La costruzione della Sagrada Familia, l'ultimo lavoro di Gaudí, ha avuto luogo durante il periodo di dittatura in Spagna, durante il quale si imposero molte restrizioni ai catalani, specialmente a Barcellona. Un decreto richiese agli architetti che non costruissero edifici a Barcellona più grandi della Torre della Ciudadella ordinata dal re Felipe V. Oltre ad essere un simbolo della sottomissione dei catalani al re di Spagna, si trattava anche di rendere la città più facile da bombardare.
Gaudí, desiderando mostrare la sua disapprovazione per queste limitazioni, concepì la Sagrada Familia come burla per chi le aveva create. L'architetto aveva previsto per quest'opera 130 metri di altezza approssimativamente, con una torre centrale di 170 metri.. Sfortunatamente, Gaudí morì prematuramente, vittima di un incidente stradale, e poté vedere solo lo sviluppo del primo campanile, che si allunga per 100 metri d'altezza, ma già sfidava i divieti imposti alla città di Barcellona in quell'epoca. L'architetto volle mostrare la grandezza della Catalogna e il suo desiderio di liberarsi delle norme asfissianti imposte dalla Spagna.
Gaudí era indipendentista?
Il catalanismo non significa necessariamente indipendenza. Di fatto, il catalanismo è una corrente di pensiero politico e culturale che naque nel XIX secolo e che desiderava, soprattutto, promuovere tutte le specificità della Catalogna, che sia la lingua, la cultura o i diritti. Benché questa tendenza possa portare qualcuno ad una forma di nazionalismo, non naque inizialmente per reclamare una Catalogna indipendente ma bensì l'identità della Catalogna.
Per questo, si può dire che Gaudí fu realmente un catalanista, per l'amore che provava per la sua terra e la sua disponibilità a dimostrarlo, ma non come un indipendentista.. Dato che viveva in un'epoca differente, le reclamazioni, logicamente, non erano uguali alle attuali. Gaudí semplicemente desiderava poter parlare in pubblico la lingua della sua regione senza essere punito, ed essere orgoglioso di essere catalano senza scatenare l'ira delle autorità spagnole.
Infine, anche se Gaudí aderì sempre al catalanismo, non volle mai compromettersi politicamente,, anche se vari politici come Francesc Cambó o Enric Prat de la Riba lo fecero.
Un amore per la Catalogna che Gaudí ha trasmesso attraverso la sua arte, ma che non necessariamente deve essere visto come una posizione politica, ma meglio come un desiderio di reclamare una identità catalana, molto spesso trascurata a quell'epoca.