Negli ultimi giorni e nelle ultime settimane, stiamo assistendo a qualcosa che assomiglia molto ad un incontro di pugilato. Stiamo vedendo ganci di sinistra e di destra, da un lato e dell'altro, sottoforma di dichiarazioni e ultimatum. Ad uno dei due estremi del ring troviamo Mariano Rajoy, presidente del Governo spagnolo dal 2011 e all'altro, Carles Puigdemont, a capo della Generalitat.
Dal gennaio del 2016, questa battaglia che coinvolge la Catalogna e la Spagna va man mano complicandosi ogni giorno di più, e nessuna delle due parti sembra voler gettare la spugna. Per questo, per poter comprendere tutto un po' di più, proveremo a scoprire chi sono stati i due uomini, durante la loro vita, che portano avanti il “si” e il “no” per l'indipendenza catalana.
Mariano Rajoy: la legge nel sangue, il potere nelle sue mani.
L'anatroccolo brutto della famiglia.
Nato nel 1955 in una famiglia di avvocati a Santiago de Compostela, Mariano Rajoy Brey crebbe in Galicia e studiò Diritto lì. Il giovane Rajoy non è mai stato molto brillante a scuola secondo le note lasciate, a volte mostrando anche voti sotto alla media. Senza dubbio però, dopo gli studi nel 1979, diventò responsabile dell'ufficio catasto trasformandosi nella persona più giovane che abbia mai ricoperto questa professione in Spagna.
Senza seguire l'esempio di suo padre e di suo nonno, Rajoy lasciò la legge per mettersi in politica e si unì ad Alleanza Popolare (AP), un partito di destra, predecessore del Partito Popolare (PP) fondato dall'ex ministro Manuel Fraga. Ciononostante, i suoi studi si rifletteranno sul suo modo di fare politica e, specialmente, nella sua ossessione per il rispetto della legge. Molti criticano, in particolare, la priorità che dà al Codice Civile, mettendolo davanti a qualsiasi emozione. Questo fa di lui un uomo noioso.
Da deputato regionale a leader del PP
A 26 anni, il galiziano diventò deputato della regione di Pontevedra. Ma Rajoy non è tonto e rapidamente si situa in un posto vicino all'uomo forte del PP, José Maria Aznar. Nel 1996, quando il Partito Popolare vince le elezioni generali, Aznar designa Rajoy come Ministro delle Finanze e in seguito come Ministro della Cultura e dell'Educazione.
Durante gli anni si avvicina sempre più ad Aznar, fino al punto in cui, nell'anno 2000, il Presidente del Governo, lo sceglie come vicepresidente e in seguito come Ministro degli Interni. Nel dicembre del 2003 Rajoy prende la leadership del Partito Popolare, con la sorpresa di un gran numero di membri dello stesso. Ma le elezioni che seguirono la sua nomina come leader, non ottennero molto esito e il PP passò all'opposizione, nel 2004.
Un sopravvissuto
Nel 2005, il presidente del PP fu vittima di un incidente in elicottero con Esperanza Aguirre, filmato e trasmesso da molte emittenti televisive. Rajoy riuscì a cavarsela solo con qualche ematoma.
Alcune posizione già definite in Catalogna
Mariano Rajoy, come leader dell'opposizione, non esitò a criticare con forza gli atti e le azioni del Governo socialista di Zapatero. In particolare, in riferimento alla Catalogna, nel momento dell'approvazione dello Statuto d'Autonomia della regione nel 2006. Il PP, guidato da Rajoy stesso, guidò una campagna mediatica contraria, che costò al partito non meno di 500.000 euro. Pensando di ottenere 4 milioni di firme in favore della dimissione del Governo, questa azione politica finì per essere un fallimento per il leader del PP.
Lo stesso succede con le elezioni seguenti, quelle del 2008, dopo le quali il PP, sconfitto, riorganizza un'importate riassetto dentro lo stesso partito. Rajoy mantiene ancora la leadership, l'uomo viene rieletto con il 79% dei voti del suo partito. In questo modo vedrà ricompensata la sua determinazione nelle successive elezioni generali, nelle quali il PP vince con il 44% dei voti. E così Rajoy ottenne la presidenza del governo nel 2011.
Scandalo per corruzione
Mariano Rajoy è stato anche coinvolto in una serie di scandali per corruzione rivelati da vari mezzi di comunicazione. Già attraendo il disaccordo della popolazione per via della sua posizione contro l'aborto e il matrimonio tra persone dello stesso sesso, sono apparse prove di pagamenti di mazzette e di donazioni da parte di imprenditori ad alcuni funzionari di partito, incluso lui stesso. Anche se Rajoy nega tutto, le petizioni che sollecitano le sue dimissioni si fanno forti. E comunque, uscendone pulito, il galiziano continua a stringere il suo posto.
La campagna del 2015, un vero colpo per Rajoy
Mentre il presidente si sta candidando per un secondo mandato ed è immerso nella campagna elettorale del 2015, Rajoy viene assalito da una folla. Un ragazzino di 17 anni lo colpisce con un pugno e perde gli occhiali lasciandogli in faccia un segno rosso.
Finalmente queste elezioni finiscono allungandosi più del dovuto. L'apparizione di nuovi partiti e la mancanza di accordi tra loro, fa si che il Partito Popolare, pur avendo la maggioranza alle urne, non abbia la forza sufficiente per formare il Governo dentro il Parlamento. Così si indicono nuove elezioni. Il risultato è molto simile al primo, ma questa volta si arriva ad un accordo con il partitio dei Cittadini e la astensione del PSOE. In questo modo si ritorna ad avere la presidenza del Governo nel 2016 fino ad oggi
Padre appassionato di calcio
Rajoy, nonostante il ruolo di Presidente di Spagna, riesce a mantenere relativamente buona la sua vita privata. E' spostato dal 1996 con Elvira Fernández Balboa, che lavorò per l'emittente televisiva Antena 3 e ha due figli, Mariano e Juan. Il leader del PP è un gran fanatico di sport, specialmente di calcio. La sua squadra è il Real Madrid.
Nel seguente video lo vediamo con suo figlio ad un'intervista alla radio. Il bambino fa alcuni commenti negativi su videogiochi di una console e Rajoy gli da due schiaffi.
Carles Puigdemont: il direttore d'orchestra dell'indipendenza
I suoi inizi come giornalista
Carles Puigdemont,ì è nato nel 1962 a Amer, località gironese ai piedi dei Pirenei. Puigdemont decide di cominciare gli studi di Filosofia all'Università di Girona, dopo il collegio, iniziato ai nove anni. Una volta terminati gli studi, si focalizzò più sul giornalismo e non sulla pasticceria come fecero il padre e il nonno. Come Rajoy, abbandonò le orme familiari.
Inizialmente fu corrispondente nel suo paese natio per il giornale Los Sitios, e successivamente assunto dal quotidiano El Punt. Cominciò come editore nel 1982 e più tardi diventò il Capo Redattore.
Un autentico amante della Catalogna
Il leader del movimento indipendentista dice che da bambino non trovava nessuna bandiera catalana ad Amer, il suo paese, così che chiese a sua nonna di farne una a maglia. Questo amore per la sua regione lo portò, lungo tutta la sua carriera da giornalista, ad avere un forte interesse per l'immagine della Catalogna verso l'esterno.
Questo interesse cresce nel 1994 nella pubblicazione di un libro dal titolo “Cata...che?”. Vengono riuniti differenti articoli di tutto il mondo che mostrano l'ignoranza internazionale verso la sua terra. Nel 1998, creò la propria agenzia di notizie interamente dedicata alle notizie della Catalogna e che chiamò Agenzia dell'Informazione Catalana. Ma non si ferma lì e continua la sua conquista del panorama mediatico partecipando alla creazione del primo giornale catalano in inglese. Catalonia Today.
I suoi primi passi in politica
Nonostante abbia optato per una carriera da giornalista, Puigdemont ha sempre mantenuto un piede nel mondo della politica. Si unì a Gioventù Nazionalista di Catalogna, alla sezione giovanile del partito Convergenza Democratica di Catalogna (CDC) e fu anche sempre una persona attiva nella ricerca della solidarietà verso la difesa della lingua, della cultura e della nazione catalana.
Fu solo fino al 2006 quando entrò al Parlamento della Catalogna, sorprendendo un gran numero di suoi colleghi, mentre si opponeva al governo municipale di Girona. Nel 2011, fu scelto come sindaco della città, ponendo fine ai 32 anni di governo socialista.
Aneddoto: Puigdemont fece una campagna nel 1991 perché la città di Gerona (nome spagnolo) prendesse il nome di Girona (nome catalano).
Coinvolto in vari cause giudiziarie
Nel 2012, essendo ancora membro del Parlamento e sindaco di Girona, fu accusato dal Procuratore di Stato di usare denaro pubblico per fini personali. Di fatto, Puigdemont, durante l'evento “Catalunya, nou estat d'Europa” (“Catalogna, nuovo stato d'Europa” in catalano), ha potuto prenotare biglietti della RENFE, compagnia che amministra i treni in Spagna, per permettere l'arrivo dei partecipanti alla mobilitazione.
Ma questo non è tutto, nel 2015 infatti, il Tribunale Nazionale apre un'indagine sull'appoggio da parte del Comune di Girona, responsabile Puigdemont, alla risoluzione del Parlamento di Catalogna sull'inizio del processo d'indipendenza. Ma questi due casi non impediranno la rielezione del grande amante della Catalogna a sindaco della città nel 2015.
Un nuovo Presidente per la Catalogna, deciso ad ottenere l'indipendenza.
Il 10 gennaio del 2016, quando Artur Mas no ottiene la rielezione per la terza volta come Presidente della Catalogna, quest'ultimo annuncia la ritirata della sua candidatura a favore di Carles Puigdemont, che diventa così il nuovo Presidente della Generalitat. Ammise di essere arrivato al potere accidentalmente, all'ultimo momento e dalla porta sul retro in una intervista concessa al New York Times. Assunse lo stesso piano d'indipendenza del suo predecessore.
Il numero 1 dei catalani è descritto da un suo amico giornalista come una persona molto testarda. Non sorprende quindi che l'obiettivo dell'ex sindaco di Girona, al suo arrivo in prima linea alla Generalitat, non sia cambiato da allora ed oggi libera una lotta inesorabile contro Madrid per raggiungere quello che ha sempre voluto: l'indipendenza della Catalogna.
Il quinto Beatle
Il presidente della Generalitat è stato soprannominato da vari media spagnoli come il “quinto Beatle”. Anche se a prima vista si potrebbe pensare che sia dovuto al suo eterno taglio di capelli che, in realtà, utilizza soprattutto per nascondere le cicatrici che gli sono rimaste dopo un grave incidente stradale, dietro a questo nomignolo si nasconde una realtà meno conosciuta dal pubblico.
Carles Puigdemont è un gran fan della musica. Dichiarò in un'intervista che lui non potrebbe mai rinunciare alla musica, anche credendo di poter essere un musicista anziché un politico. Da adolescente aveva una propria band. Oggigiorno, si dedica, ovviamente, totalmente al suo ruolo come presidente della Catalogna, ma non esita a prendere la chitarra in mano di tanto in tanto, come potete vedere nel video che segue mentre suona con la band catalana Goat Soup.
Prima la sua famiglia
Fu ad un festival del teatro nel 1998, quando Puigdemont conobbe sua moglie e la madre delle sue due figlie, Marcela Topor. Si tratta di una giornalista rumena che diede due figlie al presidente della Generalitat, Magali e Maria.
Puiddemont è molto legato alla sua famiglia, che considera la sua principale priorità. Il Presidente della Generalitat no vive a Barcellona nella casa a lui destinata, ma torna quasi tutte le notti, anche nei momenti di crisi, nella sua abitazione a Girona insieme alla sua famiglia.I migliori nemici del mondo
Come avrete notato, non è difficile incontrare similitudini tra I due uomini che, in un altro contesto, potrebbero essere andati d'accordo. Ma ironicamente, I presidenti spagnolo e catalano condividono una determinazione simile, entrambi molto testardi. No sorprende quindi, essere arrivati alla situazione che si sta vivendo in Catalogna, visto che I compromessi non sono il punto forte di questi due politici.
Attualmente, i due si stanno passando la palla. Uno desidera che l'altro faccia un passo indietro e viceversa. In breve, una vera conversazione tra sordi. Un dialogo che si svolge a distanza. I due presidenti si sono riuniti solo una volta, in un'unica intervista nel 2016 durante il quale Rajoy consegnò un regalo al Presidente della Generalitat.
Questo regalo fu una prima edizione di seconda mano de Quijote. Questo gesto si può interpretare in differenti maniere. Da una parte, Don Quijote de La Mancha va a Barcellona e vede per la prima volta il mare. Ma al di là di questa scelta simbolica del Quijote, Rajoy invia un messaggio chiaro al Presidente della Catalogna, comparandolo al famoso cavaliere la cui lucidità non è forte e che combatte contro i mulini a vento. Una ricerca probabilmente tanto vana agli occhi del Presidente spagnolo come quella dell'indipendenza della Catalogna guidata da Puigdemont.